L’unica impresa del marmo artificiale di Rima ancora attiva in Italia nel secondo dopoguerra è quella dei Dellavedova.
Giovanni Dellavedova (1888-1963), avendo ereditato l’impresa Viotti dallo zio materno, ne prosegue la conduzione; con lui sono impegnati talvolta il fratello Cristoforo e soprattutto il figlio Silvio, nato ad Amburgo durante la permanenza in Germania della famiglia.
I Dellavedova a Mekness in Marocco Abbandonata la loro ditta “tedesca” a causa delle drammatiche vicende storiche seguite alla prima guerra mondiale e all’avvento del nazionalsocialismo, i Dellavedova riprenderanno l’attività in Italia, ricominciando tutto praticamente dal nulla.
Negli anni Cinquanta i Dellavedova sono attivi, tra l’altro, in due altri grandi cantieri di lavoro, questa volta su richiesta di committenti completamente diversi: il primo è il municipio marocchino di Mekness; il secondo un impresario francese che intraprende – cercando espressamente la collaborazione dei rimesi, all’epoca impegnati proprio in Marocco – la ristrutturazione dello stabilimento termale di Forges Les Eaux in Normandia. In sostanza, quindi, i Dellavedova risultano essere gli ultimi eredi della lunga tradizione di Rima: a loro, e nella fattispecie a Silvio, unico esponente rimasto, si deve la sopravvivenza – attaverso lo svolgersi della storia e delle vicende umane – di quelle competenze di arte e di tecnica che fecero in passato la fortuna di molti.