A Rima, nella Val Sermenza, nacque Antonio De Toma il quale a sua volta mostrò la verità del proverbio: “Volere è potere”. Da semplice operaio nell’arte della scagliola che apprese a Monaco di Baviera sotto la direzione dei fratelli Viotti, suoi conterranei, avviatosi gradatamente con concorso di altri convalligiani, pervenne al punto di assumere lavori di grande mole in Svezia e Norvegia, in Prussia ed in Austria ed in Ungheria.

I sontuosi palazzi principeschi, gli edifici pubblici delle capitali di questi stati contengono dovunque lavori pregevolissimi, fatti da artisti valsesiani indirizzati e condotti dal De Toma. Le colonne, gli ornamenti di ogni genere sono lavorati con sì grande perfezione che non è dato distinguere le opere di scagliola da quelle del marmo.

Il DeToma si è studiato di creare dovunque centri di operosità cui prepone un valsesiano appena egli abbia in lui riconosciuto l’idoneità occorrente a progredire nella sua arte, e ciò nell’intento che dopo di lui non venga meno la operosità che la sua iniziativa ha suscitata. Così fece a Stoccolma, Gottemburg e Cristiania, a Berlino e a Praga, ove i Viotti, i Bastucchi, gli Axerio e i De Paulis di Rima formarono altrettante colonie di valsesiani che sono diventate in quei lontani paesi, sorgenti feconde di benessere e d’agiatezza per molte famiglie di questa vallata.

Tanta è la stima che seppe acquistarsi il De Toma che gli furono conferite e da governi stranieri e dal governo nazionale parecchie decorazioni di ordini cavallereschi. Avendo potuto radunare una fortuna cospiqua coll’operosità indefessa associata a distinta intelligenza, egli ora tiene due case, l’una a Berlino, l’altra a Vienna senza dimenticare l’umile casetta nel suo paese nativo che egli di tanto in tanto suol rivedere.

Tratto da: FEDERICO TONETTI Museo storico ed artistico Valsesiano.
Edizione Palmiro Corradino, Borgosesia 1973