Il Laboratorio e La ricerca. Il Valore della memoria

Altro campo in cui opera il Laboratorio di Rima è quello della ricerca storica e storico-artistica. Si tratta di un ambito complementare rispetto al campo operativo: il recupero del marmo artificiale di Rima è un’impresa di carattere sociale ed economico; ma è anche un progetto culturale, che si radica nei trascorsi e nella tradizione.

Senza i contenuti, senza la conoscenza e la riscoperta delle radici e delle imprese compiute dagli uomini del passato, saremmo di fronte ad un’operazione parzialmente incompleta. È l’enorme mole di lavoro disseminato fin negli angoli più remoti della grande Europa, è l’enorme patrimonio accumulato dagli stuccatori di Rima che oggi potrà costituire humus fertile per nuovi progetti.

Il fenomeno del marmo artificiale ha coinvolto per oltre un secolo tutti gli uomini di Rima, che hanno esercitato la loro arte in Europa e soprattutto nelle città degli Imperi Centrali ed Orientali. La grande fortuna che le imprese rimesi hanno incontrato – in particolare a cavallo tra Otto e Novecento – ha arricchito il piccolo paese valsesiano economicamente e culturalmente, rendendo i suoi abitanti partecipi del grande sviluppo delle capitali europee. Gli stuccatori di Rima – ormai questo è stato ricordato molte volte – hanno lavorato a decorare i palazzi del re di Baviera, del governo svedese, dell’imperatore austro-ungarico e di quello tedesco, della Chiesa Cattolica ed Ortodossa, delle comunità Ebraiche, dello zar russo e del re di Romania…

L’intento che si propone il Laboratorio però è quello di dare spazio, oltre che al racconto della storia del marmo come arte della scagliola, alla vicenda sociale ed umana dei suoi protagonisti. Per fare questo occorre tentare di ricucire molti fili spezzati: perché i protagonisti sono molti e molto diversi.

Da tempo conduciamo, come Laboratorio del Marmo Artificiale di Rima, un lavoro di ricomposizione dei ricordi e della storia che appare lontano dal concludersi.

Questa impresa non può prescindere dal contributo e dal coinvolgimento di coloro che oggi rappresentano il custodi della memoria: perciò ci proponiamo di avvicinare al nostro progetto i discendenti delle famiglie di Rima protagoniste di un passato non troppo lontano. Alcuni di questi già si sono resi partecipi delle ricerche, altri della raccolta di materiali per una sorta di banca-dati che stiamo costruendo, con lo scopo di arrivare a comporre una vera mappa europea dell’opera attuata dai rimesi; si tratta di un lavoro lungo e paziente – rivolto a fatti e sentimenti – per il quale sarà indispensabile il concorso di tutti.

Sono stati pubblicati finora i risultati delle nostre ricerche inerenti opere in Marmo Artificiale di Rima in Italia e in Romania, con particolare riferimento a Bucarest: Il Marmo Artificiale di Rima. Un primo censimento. Italia, Volume I, a cura di E. Ballarè, Borgomanero 2003; La via del Marmo Artificiale da Rima a Bucarest e in Romania tra Otto e Novecento, a cura di E. Ballarè, Magenta 2010.

Entrambi i testi sono in vendita presso il Laboratorio a Rima; il volume di studi sulla Romania è inoltre commercializzato da Centro Studi Edizioni Zeisciu.